Grotticelle - Studio Astronomico

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    Dr. Daniele Cataldi

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    In data 26 Gennaio 2013, si eseguono dei rilievi di posizionamento GPS, nell’area prospicente a quella del Vivaro, in zona Grotticelle e nell’area del Maschio delle Faete. In seguito all’escursione si rilevano particolari relativi alla localizzazione dell’area archeologica in oggetto, che secondo uno studio astronomico non risulta casuale ma prova del fatto che i realizzatori delle tombe delle Grotticelle avevano profonde conoscenze geografiche ed astronomiche ed erano in grado di calcolare anche l’incremento del fondo elettromagnetico, che nell’area appare di particolare intensità.
    Lo studio dimostra come la civiltà che ha realizzato tali costruzioni era a conoscenza di elementi che oggigiorno è difficile spiegare considerando la storia così come ci è stata insegnata, in tale contesto risulta oltremodo palese come la storia umana debba essere rivalutata e considerata in base a scoperte e a ritrovamenti come questi, che implicano conoscenze particolari e retrodatazioni importanti rispetto a quelle oggi considerate.
    Innanzitutto va detto che le Grotticelle rappresentano un’opera antichissima che non è stata costruita in questo luogo a caso. Da essa infatti, considerando i punti cardinali, si rileva come queste siano orientate perfettamente a Sud, ed in particolar modo rivolte a Sud, mentre l’entrata delle stesse è rivolta a Nord. Nelle immediate vicinanze si osserva una collina, che le sovrasta, da tale collina, come anche dalle Grotticelle stesse, ad Est (perfettamente ad Est) è posizionato il Maschio di Lariano, ovvero la sommità più elevata del monte Artemisio che si estende da Velletri sino alle Macere. Esso, secondo quanto è emersi era un punto di repere che segnalava il luogo esatto del sorgere del Sole. A Sud, le tombe, guardano il profilo della cinta rocciosa (anello) che compone parte del Cratere Laziale. Ebbene, in questa direzione, le tombe sono perfettamente allineate con il profilo della montagna che si abbassa considerevolmente a formare un angolo ottuso, nel quale le Tombe sono allineate. In tale punto si trova il Sud. Si tratta di un caso? Ovviamente no, si tratta di punti perfettamente scelti dalla civiltà che le ha realizzate.
    L’intero complesso delle Grotticelle è stato realizzato su una collina a forma piramidale, come si evince dai report contenuti in questo breve documento. Non solo, l’intera area sembra essere in correlazione con altri elementi naturali e non presenti in tutta la zona del Vivaro.

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    Esempio di Tombe con planimetria risalente al culto della Dea Madre: la somiglianza con gli organi genitali femminili (in basso) è eloquente, proprio come quelle delle Grotticelle.

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    La geolocalizzazione delle Grotticelle ha permesso di evidenziare come esse siano state costruite tenendo conto di punti precisi a livello del suolo (montagne e colline ad esse vicine), che avevano uno scopo astronomico. Non è un caso quindi che in direzione Est, si trovi il punto più alto del monte Artemisio, il Maschio di Lariano (precisamente ad Est delle Grotticelle), con un’altitudine di 891 metri; che a Sud sia invece localizzato il punto più basso della cresta naturale del Vulcano Laziale (precisamente a Sud), e che a Nord sia localizzata una struttura collinare (Monte Jano e Colle Ara) la cui elevazione è una tra le maggiori di tutto il complesso collinare e montano della zona, ed alle cui spalle si trova l’area del Tuscolo, un’area sacra, importantissima da un punto di vista archeologico che da importanza all’intero centro Italia.

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    La localizzazione delle Grotticelle (in alto) è stata collocata su un rilievo al cui forma appare ad angolo acuto (vedere i report presenti più avanti). Dal satellite è assai palese come esse siano localizzate in una zona declive proprio sulle pareti di un’area collinare, rivolte a Sud e con entrata in direzione Nord. La forma delle Tombe ricorda quelle dell’utero femminile, perché legate proprio al culto antichissimo della Dea Madre considerato poi per i miei studi.
    La forma delle tombe è l’Utero Materno dal quale viene generata la vita, l’intero culto viene infatti simboleggiato dalla fecondità dal fallo, dalla vagina e dalla penetrazione. Simboli antichissimi con i quali gli antichi riferivano le loro orazioni alla Dea Madre e al suo culto, un culto antichissimo di cui oggi rimangono pochissime tracce, ma che sembrano trovare interessanti corrispondenze e testimonianze dell’area del Cratere Laziale e del centro Italia.
    Continuando nel nostro studio “geografico” relativo alla localizzazione dei punti cardinali osservabili dalle Grotticelle, va aggiunto in altro interessante e non trascurabile particolare: ad Ovest, dalle Grotticelle, perfettamente in quella direzione è possibile trovare l’Uovo Cosmico, il quale, a sua volta, rivolge la propria porta proprio ad Ovest. Anche questo dato non risulta casuale, ma costruito ad Hoc. In termini geometrici e matematici si evince come l’incrocio di tali circostanze, suffragate dalla presenza di elementi geografici e architettonici specifici, non risulta una casualità, ma una prova certa che sottolinea l’elevata conoscenza di questa civiltà.

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    In queste immagini realizzate grazie a Google Earth, si mette in evidenza la direzione di osservazione dei vari punti cardinali aventi come centro la zona delle Grotticelle (Tomba A e B). In questo caso l’evidenza, come già affermato precedentemente, che si tratti di un’opera ingegneristica basata su conoscenze precise e razionali è assai palese.
    Secondo tale studio, che di certo non è conclusivo, ma che aprirà sicuramente la strada ad altre ricerche di questo genere, l’intera area del Vivaro e del Cratere Laziale sarebbe una cartina geografica per mezzo della quale gli antichi osservavano il cielo, il movimento delle stelle e degli astri, con particolare attenzione ai loro miti. Un vero e proprio osservatorio astronomico esteso su migliaia di metri quadrati, che testimonia l’elevato sviluppo della civiltà che lo ha realizzato.

    Da un punto di vista astronomico, come già osservato in passato, l’area del Vivaro assurge un’elevata importanza per le antiche popolazioni aggi scomparse, civiltà che, come asserito in diverse occasioni, erano molto avanzate e conoscevano perfettamente il cielo, i punti cardinali e l’area geografica nella quale poi decisero di stabilirsi.

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    In tale contesto, quello del 16.000 a.C. possiamo constatare la presenza della costellazione di Orione perfettamente a Sud, in corrispondenza della cresta esterna del Vulcano Laziale che proprio in quel punto si abbassa, permettendo di diventare un vero e proprio punto di repere astronomicamente attivo. L’abbassamento della montagna in quel punto simboleggerebbe anche l’antro femminile, la vagina, e quindi il simbolo avrebbe un’importanza storica per il culto della Dea Madre, simbolo di fertilità e femminilità.
    La localizzazione di tale punto non può essere certo casuale, perché si trova proprio a Sud, dove poi la costellazione di Orione (a metà dell’anno solare) lo sovrasterebbe. Non dimentichiamoci che tale contesto (quello astronomico), dimostra come la civiltà che ha costruito tali complessi in tutta l’area del centro Italia e del Lazio, era esattamente cosciente del movimento degli astri ed era in grado di calcolare la levata delle costellazioni, la loro localizzazione durante l’anno solare ed altri importanti dati che tra poco spiegherò.

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    A metà dell’anno il Sole sorgeva proprio in corrispondenza dell’Est Geografico, proprio in direzione della sommità del Monte Artemisio, ovvero il Maschio di Lariano. Ancora una volta tale localizzazione non appare casuale, perché se le Grotticelle fossero state costruite solo alcune centinaia di metri più lontano, tale intersecazione di punti cardinali ed astronomici non sarebbe più possibile. Ed allora si comprende a pieno come chi ha realizzato tali opere avesse conoscenze elevatissime in termini di astronomia e di geografia del luogo.

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    Sempre nel 16.000 a.C., possiamo osservare la costellazione della Cassiopea stagliarsi in direzione Nord. Come riferito anche in altri studi, la costellazione della Cassiopea è quella corrispondente (come simbologia) al culto della Dea Madre, rappresentante una farfalla, che durante il giorno vola nel cielo, durante la mezzanotte si posa sul suolo (Terra), per poi spiccare nuovamente il volo. Simbolo di connubio tra cielo e Terra, e quindi di contatto tra l’uomo e gli Dei.
    Dalle Grotticelle, guardando in direzione Nord, proprio laddove la “Farfalla” sembrava posarsi venne eretta l’area del Tuscolo, costruita da antiche popolazioni come quella Etrusca, anche se si hanno forti dubbi in merito al fatto che tali costruzioni non siano risalenti a secoli o a migliaia di anni prima. Un’ipotesi questa che non appare certo peregrina, stando a quanto sin ora affermato. E visto che parliamo di localizzazioni precise, confermate da un “orologio astronomico”, posso affermare con sicurezza, che secondo tali dati, l’intera area del Vivaro e del Cratere Laziale è stata abitata da civiltà avanzate in epoche assai più remote di quelle sino ad oggi considerate ufficialmente. (almeno 30.000 anni prima della nascita di Cristo, e prima dell’ultima grande eruzione del Cratere stesso).
    Un altro aspetto importante che è emerso dallo studio in loco dell’area delle Grotticelle, è la presenza di un campo magnetico naturale ben al di sopra della media dell’area abitata (Castelli Romani). I dati dimostrano come il livello del campo si aggiri intorno ai 50 microtesla. Non è tanto il livello del campo magnetico a porre un interrogativo su cosa possa generare tale flusso magnetico (che appare comunque di origine naturale), ma la domanda è come fossero in grado di misurare questo campo le popolazioni antiche che hanno poi deciso di costruire le loro opere proprio in questi luoghi. Un conto è individuare degli assi paralleli ai punti cardinali anche con una primitiva bussola, ma come facevano a conoscere l’intensità di un campo nelle sue tre componenti spaziali?
    Questo secondo me dovrebbe far riconsiderare la storia dell’uomo perché allo studio di tali casi, appaiono implicazioni tecnologiche che non possono essere non considerate e che rappresentano la base delle conoscenze e della tecnologia utilizzata da questi antichissimi popoli.

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    Tratto da un breve sunto de: "Misteri Archeologici nell'area dei Castelli Romani - di Daniele Cataldi" un mio libro che sto finendo da scrivere il quale porta dentro di se innumerevoli testimonianze appurate dopo molteplici anni di studio. Il libro sarà pubblicato al termine dello studio.
     
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    Grande Daniele. Qualcosa mi dice che il disegno di Mario c'entra qualcosa. In bocca al lupo per il tuo libro, sarà interessante leggerlo.
     
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  3. Gegia7e3
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    Ed anche in culo alla balena!
     
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    Complimenti Daniele!!!!

    Bravo!!! Chiaro e preciso come sempre del resto!!!
     
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3 replies since 24/11/2013, 10:37   144 views
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