A proposito del tempo

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  1. patriciab
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    User deleted


    Leggendo un post su facebook a questo link :
    https://www.facebook.com/notes/cerchio-fir...567156406653891
    ho trovato molto interessante questa comunicazione ricevuta dal medium, in particolare relativamente alle differenze che ci possono essere tra noi che viviamo in un tempo e chi è al di sopra e vive senza tempo;la riporto:

    Da una comunicazione di Kempis estratta dal libro "Oltre l'illusione" - Edizioni Mediterranee.
    Tempo e spazio per chi si immedesima nel fotogrammi

    Una volta, parlando dell'Iniziato, dicemmo che la prima impressione percepita intensamente - ed anche spiacevolmente - era quella di essere solo nel mondo. Ed in effetti allorché l'Iniziato ha conosciuto le Verità delle quali così facilmente vi abbiamo parlato, può giungere alla deduzione che poiché non esiste la contemporaneità del "sentire", è solo a sperimentare la serie di fotogrammi del suo tempo e da qui provare quel senso di solitudine, di angoscia, di vuoto. Allora, la nostra affermazione la prendeste come una notizia di cronaca, quasi incomprensibile. Come poteva, chi era posto a parte delle Verità più segrete e celate, sentirsi solo? E noi del resto vi demmo una spiegazione certo del tutto valida, che non trova smentita ogni, ma ad essa si aggiunge quest'altra che rispecchia il vostro stato d'animo d'oggi.
    L'ultima volta vi dicemmo che non esiste contemporaneità di "sentire" fra le diverse forme di vita del piano fisico. La vita del regno minerale non è contemporanea a quella del regno vegetale, né a quella del regno animale, né tanto meno a quella umana, anche se nel piano fisico appare, in seno ad uno stesso tempo di calendario, esattamente l'opposto di ciò che vi diciamo.
    Oggi aggiungiamo di più. La non contemporaneità del "sentire" esiste non solo fra le specie, ma anche in seno ad una stessa specie. Gli uomini che hanno in comune serie di situazioni cosmiche, non le percepiscono contemporaneamente, salvo che essi non abbiano eguale evoluzione.
    Questa serie di fotogrammi che rappresenta la riunione di questa sera è comune a molti individui (tralasciando le vite inferiori). Ebbene non è assolutamente certo che ciascuno di voi percepisca questa serata contemporaneamente agli altri, anzi è certo il contrario. Ogni qualvolta uno di voi sarà giunto nel suo tempo individuale a vivere la serie dei fotogrammi che costituisce questa serata, egli la vivrà come se fosse l'unica e sola da volta che essa serata esiste, mentre in effetti la serata esiste da sempre e per sempre ed acquista tempo e spazio tutte le volte che una vita individuale si unisce alla serie dei fotogrammi che la rappresenta.
    Ma questo tempo e questo spazio l'acquista solo per colui che s'immedesima nella serie, ed una volta sola. Una volta per ogni partecipante. Se, dunque, quest'unica volta di ogni partecipante non è contemporanea alle altre, la contemporaneità fisica non significa contemporaneità del "sentire".
    Questo insieme di fotogrammi che state vivendo e che costituisce una precisa data del tempo fisico, fino ad oggi vi ha fatto ritenere contemporanei gli uomini che assieme a voi vivono quest'epoca. Ebbene, oggi sapete che, per la diversa scala della gradualità del "sentire", la contemporaneità fisica corrisponde alla contemporaneità del "sentire" la medesima epoca solo fra individui di eguale evoluzione. Allora, quando questa non v'è, dietro alle persone che voi vedete non c'è un altro "sentire" contemporaneo al vostro. Da qui la considerazione: "Io sono solo ora a "sentire" questa serie di fotogrammi anche se questi rappresentano un ambiente affollato".
    In effetti come si può essere certi che altri siano nel loro intimo "sentire" contemporanei a noi stessi? Solo ciascuno, singolarmente e individualmente sentendo di vivere quest'epoca, è certo che la sua consapevolezza è legata ora (il suo ora) a questa serie di fotogrammi. E non serve chiedere agli altri: "Senti tu di esistere?". Perché la risposta, anche se contemporanea nel tempo fisico, può essere stata data nel mondo del "sentire" prima ancora che la domanda fosse da voi "sentita" come formulata.
    Ma da queste Verità inusitate e pazzesche, ci salva un'altra considerazione: la diversa scala della gradualità del "sentire" fa parte del relativo, perché nella Realtà non vi è tempo, tutto è nel medesimo istante eternamente presente. L'individuo nella Realtà è sempre eternamente presente ed unito al tutto.
    Eccoci, dalla solitudine, di nuovo alla compagnia.
    Altra domanda che vi fate è: "Una volta che tutti i "sentire" degli individui si sono succeduti, che cosa accade? E' forse cessato lo scopo dell'emanazione cosmica? Ha senso che la congerie di fotogrammi esista nell'eternità?" Ed allora io vi dico che anche questo senso di un "sentire" alla volta e di un "sentire" limitato nel tempo, di ogni singolo "sentire" che si sussegue all'altro e che cessa col raggiungere il successivo, è un'illusione del Cosmo.
    Il trascorrere del "sentire" è un'illusione; per sua natura il "sentire" individuale è limitato ed esiste in quanto circoscritto, in quanto fa capo ad un "sentire" convenzionalmente detto precedente e sfocia in un "sentire" successivamente definito seguente; ma vi diciamo che ponendosi al di fuori di questa teoria di "sentire" - che sta unita in virtù della sua specifica natura di limitatezza e di legame di un "sentire" definito precedente, con un "sentire" definito seguente - astraendosi da questa teoria, ecco che i "sentire" esistono tutti nell'eternità.
    L'individualità nello stesso attimo eterno "sente" tutto. E' solo il "sentire individuale", per sua natura, che è circoscritto e che dà la sensazione di partire da un "sentire" precedente e sfociare in un "sentire" seguente. In questo modo, esiste singolarmente. Meditate anche su questo concetto. Desidero però ricordarvi che il tempo, il sentire un fotogramma alla volta, esiste nel piano fisico, nel Cosmo: che laddove è la Realtà non esiste tempo e tutto è sentito nello stesso attimo eterno. Ecco perché pregando L'Altissimo, voi, dal tempo, pregate ciò che è senza tempo e che quindi è sempre presente.
    Se voi giungeste alla conclusione che in certi fotogrammi in cui è rappresentato un alto Maestro, quei fotogrammi sono da voi vissuti e sentiti, ma non lo sono ancora, nel tempo, vissuti dall'alto Maestro, ciò può essere vero: ma non dimenticate che l'alto Maestro non è nei fotogrammi, è oltre il tempo ed Egli quindi, da oltre il tempo, vi sente come sente il Tutto.
     
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0 replies since 23/8/2013, 11:51   131 views
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